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Il Parco Nazionale del Pollino

Il Parco Nazionale del Pollino è natura incontaminata e paesaggi selvaggi. L’area naturalistica più grande d’Italia avvolge in un dolce abbraccio Calabria e Basilicata. Se sei uno sportivo puoi cimentarti tutto l’anno con arrampicate, passeggiate a cavallo, ciaspolate e l’adrenalinico rafting oppure scoprire borghi meravigliosi come Civita, Cerchiara, Altomonte e Papasidero.

Uno scrigno di biodiversità, una tavolozza di colori e di paesaggi, una grande varietà di ecosistemi, una terra ricca di storia, cultura, tradizioni: l’area protetta più grande d’Italia.

Esteso tra due mari, a cavallo tra due regioni, il territorio del Pollino racchiude 5 delle vette più alte del meridione d’Italia che superano i 2000 metri ed ospitano la più caratteristica fauna e flora dell’Appennino. Oltre 50 comuni, minoranze etniche, arte, storia, spiritualità e tradizione popolare, completano un quadro che rende unico il territorio delle terre di Calabria Citra e di Lucania. L’area protetta, istituita nel 1993, oggi rappresenta uno dei più vivaci territori nazionali per sviluppo ed offerta turistica. Gli sport eco-sostenibili, i borghi montani medievali, le produzioni agro-pastorali di alta qualità, un turismo a diretto contatto con l’ambiente naturale ed aree in cui i valori della natura generano emozioni indescrivibili, sono l’attuale biglietto da visita di questo Parco. Un Pollino da vivere e visitare tutto l’anno!


Informazioni Amministrative

Sito Web Ufficiale del Parco nazionale del Pollino

Superficie a terra (ha): 192.565,00
Regioni: Basilicata – Calabria
Province: Cosenza, Matera, Potenza

Comuni: Acquaformosa, Aieta, Alessandria del Carretto, Belvedere Marittimo, Buonvicino,
Calvera, Carbone, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno,
Castronuovo di Sant’Andrea, Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Cersosimo, Chiaromonte,
Civita, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Francavilla Marittima, Frascineto, Grisolia,
Laino Borgo, Laino Castello, Latronico, Lauria, Lungro, Maierà, Morano Calabro, Mormanno,
Mottafollone, Noepoli, Orsomarso, Papasidero, Plataci, Praia a Mare, Rotonda, San Basile,
San Costantino Albanese, San Donato di Ninea, San Giorgio Lucano, San Lorenzo Bellizzi,
San Paolo Albanese, San Severino Lucano, San Sosti, Sangineto, Sant’Agata di Esaro,
Santa Domenica Talao, Saracena, Senise, Teana, Terranova di Pollino, Tortora, Valsinni,
Verbicaro, Viggianello
Provvedimenti istitutivi: L 67 11/3/88 – L 305 28/8/89, DM 31/12/90, DPR 15/11/93,
DPR 2/12/97

Il Parco nazionale del Pollino è una delle più estese aree protette d’Italia. Il territorio del parco si estende lungo l’Appennino meridionale calabro-lucano, dal Tirreno allo Jonio, dalla vetta del Cozzo del Pellegrino alla Serra Dolcedorme fino al Monte Alpi, dal pianoro di Campolongo, di Novacco e di Lanzo, ai pianori alti del Pollino, dai fiumi Argentino ed Abatemarco, alle gole impervie del Lao e del Raganello, ai torrenti Peschiera e Frido.

Un ampio territorio, incontaminato che custodisce endemismi rari ed eccezionali, come il “pino loricato” (albero simbolo del Parco), l’aquila reale, il capriolo, il lupo. L’area montana coperta da vaste faggete, da innevamento per buon a parte delle stagioni fredde, da formazioni imponenti di rocce dolomitiche, da curiosi accumuli morenici e circhi glaciali, da profonde grotte, si arricchisce di siti di valore paleontologico: la Grotta del Romito e il bacino lacustre della Valle del Mercure, ed archeologici, risalenti alla colonizzazione greca, oltre a santuari,conventi, castelli e fortificazioni, centri storici ricchi di storia come Laino Castello (borgo oggi abbandonato), da ambienti di vita agropastorale, da feste popolari, da minoranze etnico-linguistiche di origine albanese (arbëresh) del XV-XVI secolo. L’intera zona del parco è costituita dai gruppi montuosi del Massiccio del Pollino e dei Monti dell’Orsomarso. Il territorio montano racchiude le vette più alte del Mezzogiorno d’Italia. Dalle sue cime, oltre i 2200 metri di altitudine sul livello del mare, si può osservare un vasto
paesaggio peninsulare, ad ovest: dal golfo di Policastro sino alle Isole Eolie ed al vulcano di Stromboli. Ad est: il litorale ionico verso sud, dal Golfo di Sibari sino alle pendici della Sila Greca ed all’entroterra del Marchesato e verso nord dal Metapontino sino a tutto il Golfo di Taranto. Dalle vette più alte nella stagione autunnale con un cielo limpido e terso è possibile vedere in lontananza la vetta dell’Etna.


Le principali vette

Il territorio, di carattere prevalentemente montuoso, si compone di tre sistemi di rilievo principali che, tra il Mar Ionio e il Mar Tirreno, si levano fino alle quote più alte dell’Appennino meridionale. Il Massiccio del Pollino, con le vette più alte del Parco: Serra Dolcedorme (2267 m), Monte Pollino (2248 m), Serra del Prete (2181 m), Serra delle Ciavole (2127 m) e Serra di Crispo (2053 m). Il Massiccio dell’Orsomarso (versante tirrenico) con la vetta del Cozzo del Pellegrino e l’affascinante Montea ed infine il gruppo montuoso, isolato, del Monte Alpi ai margini del bacino idrografico del fiume Sinni, in Basilicata. Negli ultimi anni il Parco è entrato a far parte della Rete Europea e Globale dei Geoparchi ed è pertanto un sito UNESCO per il valore dei suoi “geositi”.


La Fauna

Tra le cime dolomitiche, sui costoni e le balconate volteggia imperiosa l’aquila reale. Le zone coperte da faggete e boschi misti sono popolate dalla fauna più classica del territorio appenninico: il lupo, il capriolo, il gatto selvatico, la lontra, il picchio nero, il falco pellegrino, il gufo reale, il corvo imperiale e tante altre specie. Negli ultimi anni sono stati reintrodotti i cervi nel versante lucano del Parco e i grifoni nell’area calabrese.


La Flora

Nelle aree di maggiore altitudine vegeta, modellato dalle intemperie, un relitto dell’ultima glaciazione, una rarità botanica: il simbolo del Pollino, il “pino loricato”. Si estendono sulle pendici delle montagne immensi, fitti, impenetrabili boschi di faggio con rari esemplari di abete, a quote più basse si trovano boschi di castagno, di cerro, coperti di muschio e licheni, tappezzati di funghi, di frutti e di erbe aromatiche. Scendendo di quota si raggiungono spettacolari aree di macchia mediterranea ricche di biodiversità. In questi luoghi sgorgano sorgenti di acqua limpida e pura che scende a valle ravvivando i corsi d’acqua del territorio, modellando le gole del Raganello, del Lao, del Rosa. Le “faggete vetuste” del Pollino sono inserite nei siti di particolare valore per l’umanità e pertanto riconosciute come sito UNESCO.

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